Susy non capisce: ma c'è o ci fa?

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Domenica, 15 Dicembre, 2013
maga camusso

In questi giorni i rappresentanti delle istituzioni stanno facendo a gara a chi le spara più grosse per delegittimare e sminuire la protesta popolare del 9 dicembre. Secondo Angelino Alfano, ad esempio, sussiste il «rischio deriva ribellistica contro le istituzioni nazionali ed europee» (ma va? l'ha capita anche lui, finalmente), inoltre, «C’è stato un fronte violento che ha violato le leggi: comprendiamo il disagio sociale, ma al tempo stesso non abbiamo esitazione nel dire che intendiamo difendere la libertà e la sicurezza dei cittadini». Poi, ha concluso il suo compitino istituzionale sminuendo il gesto dei militari che si sono tolti il casco e hanno solidarizzato con i dimostranti. Bene, bravo, bis. Anche questo mese il tuo stipendio te lo sei rubato onestamente!

Ma questo non era il "lider" prescelto del Popolo delle Libertà? Alla faccia della Libertà... Bisognerebbe spiegare ad Angelino che i cittadini, quelli reali, sono in piazza a difendere la loro libertà e i loro diritti contro la violenza (vera ed illegale) di Equitalia, del Fisco italiano e delle istituzioni sia italiane che europee (leggi Bce e Basilea), perché se i cittadini stessero ad aspettare di essere difesi da Alfano, stanno freschi. Inoltre, prima di parlare, onde evitare di dire baggianate, Alfano dovrebbe fare un giro nei bar dove vanno i cittadini italiani e sentire i loro commenti su quanto sta accadendo, perché bevendo il caffè alla bouvette del parlamento, o in qualche salotto della "gente bene", è difficile incontrare i cittadini italiani e sapere cosa pensano e cosa vogliono.

Anche la Boldrini, povera stella, deve fare qualcosa per guadagnarsi la pagnotta, quindi, con il piglio della maestrina indignata, si è scagliata contro chi «getta benzina sul fuoco alimentando la rabbia e creando danni enormi». Non fraintendete, per favore, la Boldrini non si riferiva a Equitalia, alle banche, o ai politici italiani che stanno facendo di tutto per alimentare la rabbia e creare danni enormi, si riferiva invece ai cittadini italiani, quelli che le pagano lo stipendio da nababba (e l'areo per andare ai funerali con il suo compagno), che hanno l'ardire di scendere in piazza a protestare e manifestare il proprio disappunto. Perbacco, non si tratta così una signora: sessisti!

Ma la chicca viene da Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, che non è l'acronimo di Che Grulli I Lavoratori, anche se vedendo il numero dei disoccupati tra le fila degli iscritti al sindacato sembrerebbe così. La nostra "combattiva dirigente" dice che «Le piazze sono piene di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil che dicono cosa vogliono. Ci sono altre piazze in cui si protesta nelle quali non si capisce che cosa vogliano [...] Impedire il lavoro nei supermercati o in altre attività non è esercizio democratico, è sopraffazione». Qualche giorno orsono, invece, Susy la Rossa aveva criticato l'operato dei suoi compagni di merende al Governo che hanno detto di voler abolire la tassa sulla proprietà della casa, la famosa Imu. Secondo Susy, infatti, «L’unica cosa seria sarebbe rimettere l’Imu».

Innanzitutto diciamo a Susy che i "lavoratori" non sono solo quelli iscritti al sindacato, ma anche quelli non iscritti. Inoltre, sono lavoratori anche i "padroni", ovvero quell'esercito di "partite IVA", gli artigiani, i commercianti e i piccoli industruali che costituiscono la spina dorsale dell'economia italiana e che danno lavoro alla maggior parte degli iscritti ai sindacati (mai dimenticarlo). Anche loro sono "lavoratori", che di norma lavorano molte più ore delle classiche 40 ore settimanali di un dipendente. Sono questi lavoratori, i portatori sani di Partita IVA, ad essere maggiormente massacrati dall'attuale pressione fiscale e da Equitalia, molti di loro sono costretti a chiudere bottega lasciando a spasso i propri dipendenti che vanno ad ingrossare le fila dei disoccupati, ed è per questo che stanno scendendo in piazza. Non sarebbe difficile da capire, se si fosse disposti ad ascoltare. Ma Susy ascolta solo la propria voce, com'è tradizione nel sindacato.

Per quanto riguarda "l'esercizio non democratico e la sopraffazione" messa in atto dai dimostranti, mi vengono in mente innumerevoli volte in cui sono rimasto bloccato nel traffico paralizzato dai cortei indetti dalla CGIL. Ho visto perfino, alcune volte, città intere bloccate da pochi manifestanti che, con l'aiuto dei vigili urbani, anche loro probabilmente iscritti a qualche sindacato che tutela i "lavoratori", ma solo quelli "doc sigillo rosso", si piazzavano agli incroci bloccandoli e impedendo a chiunque di portare i figli a scuola, andare al lavoro, andare a fare la spesa, ecc. Quello, invece, per Susy è lecito e comprensibile? È questo il suo concetto di "esercizio democratico che non crea sopraffazione"? E che dire dello sciopero dei mezzi pubblici e dei treni e dei disagi che comportano al resto della popolazione? Non è forse anche quella una forma di soppraffazione?

Venendo alla "tassa sulla proprietà della casa", ovvero sulla proprietà privata, ricordiamo a Susy che una delle massime aspirazioni di un lavoratore dipendente è poter avere una casa sua da poter eventualmente lasciare in eredità ai figli. Il lavoratore dipendente medio lavora tutta una vita per pagare il mutuo della casa. Ma evidentemente questo per Susy è un male, è roba da "padroni", per cui la casa va tassata sempre e comunque. Per i signori della finanza, i banchieri, i politici, i funzionari di palazzo, non è un problema pagare le tasse (quando le pagano): incamerano così tanto da potersi permettere di pagare qualsiasi tassa, tanto di soldi gliene rimangono ancora una montagna. I lavoratori dipendenti (e tanti possessori di partite IVA) rei di possedere una casa, invece, davanti all'Imu fanno fatica. Magari vorrebbero essere tutelati dai "difensori dei lavoratori", e invece Susy, come i suoi predecessori prima di lei, invoca tasse per tutti. È la migliore alleata delle banche, di quel sistema finanziario capitalistico privato che ha architettato questa crisi e sta stritolando sotto la pressione fiscale chiunqe produca un reddito, inclusi gli assistiti dal sindacato. Complimenti!