
Il premier Enrico Letta ha detto che «Serve un cambio di passo. Non c’è da riscrivere l’agenda del governo ma darle più forza per passare da un 2013 di emergenza a un 2014 di riscossa». In pratica, dopo un lungo ed estenuante lavoro, le riforme fortemente volute dalla leadership finanziaria di Basilea stanno dispiegando le vele e l'Italia farà il tanto atteso balzo in avanti.
Tuttavia, poiché a Basilea sanno cosa questo significhi, il loro capo di stato maggiore, Mario Draghi, si è affrettato a gelare l'ottimismo.
Cosa intende Letta per "cambio di passo"? Forse che i suoi amici delle banche diminuiscano ancor più drasticamente i prestiti alle imprese? A dar man forte a un tale cambio di passo, o a gelare gli entusiasmi, scegliete voi, l'agenzia di rating Fitch prevede per il 2014 un picco di sofferenze bancarie. Chissà, a furia di dirlo, gli italiani continueranno a crederci e magari rinunceranno del tutto all'idea di un futuro libero e migliore, rassegnandosi alla tanto auspicata cessione di sovranità a favore dell'Europa dei banchieri. Come ha detto Mario Monti «Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti», e lor signori ce la stanno mettendo tutta nel creare la crisi e farcela sentire per bene. La domanda è: dove ci porteranno questi "passi avanti"? Siamo sicuri di volerli fare?