
L'INAIL, non è l'acronimo di "Istituto Nazionale Appropriazioni Indebite Lucrose", bensì un'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Per giunta obbligatoria, ossia una tassa che se non viene pagata passa nelle mani di Equitalia per la riscossione.
Sull'utilità e l'efficacia dell'INAIL si potrebbe discutere a lungo, ma non è il tema di questo scritto. L'argomento all'ordine del giorno, infatti, è l'appalto del valore di 15 milioni di euro per il restyling del sito web dell'INAIL e lo studio di un software per la gestione delle banche dati dell'Istituto.
Ho amici programmatori che per un decimo di quella cifra, forse anche per molto meno, farebbero il lavoro e festeggerebbero a champagne e caviale.
Da quanto affermato al Corriere della Sera da Stefano Tomasini, della Direzione Centrale Servizi Informativi INAIL, al progetto lavoreranno 25 persone per la modica cifra di 80mila euro l'anno ciascuno (caro artigiano che sei costretto a pagare l'INAIL, e che 80mila euro l'anno tutti tuoi te li sogni di notte, ecco dove finiscono i tuoi soldi). Ma questo ci porta a un totale di 2 milioni di euro. E gli altri 13? Quelli sono per il software... Eh?!? Ma le 25 persone di prima che fanno? Girano le pagine su internet per un anno? Me lo spieghi?
E mi spieghi anche cos'è sta storia che il software da 13 milioni verrà fatto da una società, l'Eustema Spa, che risulta essere di proprietà della Cisl, un sindacato che dovrebbe tutelare i lavoratori e non spennarli? Cos'è, da buoni "compagni" vi spartite i soldi?