
I dati forniti da CNA evidenziano che nel 2013 in Italia chiudono 93 aziende al giorno. Il numero delle imprese italiane attualmente iscritte alla Camera di Commercio risulta essere uguale a quello del 2005, cioè tre anni prima dell'esplosione della crisi economica voluta e attuata dall'Élite finanziaria mondiale. Nel caso delle imprese artigiane, che da sempre sono la spina dorsale dell'economia italiana, il numero delle imprese iscritte è pari a quello del 2001, ben 12 anni or sono.
«Dal 2008 a oggi, lo stock di imprese artigiane — osserva Sergio Silvestrini, segretario generale di Cna — cioè il numero assoluto delle imprese al netto della differenza tra nuove inscrizioni e cancellazioni, si è ridotto di 80 mila unità. Una riduzione che equivale alla perdita di oltre 200mila posti di lavoro. È come se avessero chiuso, contemporaneamente, gli stabilimenti italiani della Fiat, le Ferrovie dello Stato e l’Eni. Un disastro passato completamente sotto silenzio». (Grassetto aggiunto, ndr.)
Ok, chiudete pure la mascella... Questa è l'Italia di oggi, dopo che l'Elite finanziaria ha scatenato la sua crociata, una "guerra santa" all'insegna del dio denaro. Guerra che viene combattuta tramite governi corrotti, infiltrati e spesso presieduti dai lacchè dell'Élite, da organismi senz'anima come Equitalia, e dalle banche, emanazioni dirette dell'Élite.
Tanto per non smentire quanto sopra, il capobanda di Equitalia, Attilio Befera, coadiuvato dal ministro dell'economia dell'attuale governo fantoccio, Fabrizio Saccomanni, sostiene che l'evasione fiscale corrente (circa 130 miliardi di euro secondo la Corte dei Conti) è incompatibile con "la nostra economia" (appunto, la loro!) e invoca il rafforzamento della lotta all'evasione. Se faranno un buon lavoro, le aziende che chiuderanno ogni giorno potranno superare tranquillamente le 100 unità, e con un po' di creatività e crudeltà anche 150.
Sì, cresce la voglia di uscire dall'euro e di tornare alla sovranità monetaria, ed è sempre più chiaro che bisogna farlo quanto prima. Ma il capo dei ladroni in questione, almeno di quelli visibili, quelli che fanno il lavoro sporco, Mario Draghi, avverte che: «È fondamentale completare l’agenda delle riforme a livello europeo e nazionale. In questa agenda non c’è spazio per un ritorno al nazionalismo e al protezionismo». Capito? Ma sentiamo cos'altro ha da dirci: «I maxi finanziamenti alle banche e i programmi di acquisto dei titoli di stato messi in campo dalla Bce non rappresentano un’uscita dal suo mandato ma piuttosto l’opposto». Tradotto, la Bce ha fatto quello che ha fatto per sbaragliare la concorrenza (qualsiasi cosa ed essere vivente libero) e rimanere sullo scranno del potere appena conquistato. EuroMario continua avvisando che: «Dobbiamo rimanere concentrati sulle priorità delle riforme fondamentali: completare l’unione bancaria, affiancare il risanamento di bilancio alla crescita e fare riforme strutturali nei mercati del lavoro e dei prodotti. Ho pochi dubbi sul fatto che tutte queste riforme sono utili».
Sentito parlare di esseri umani? di libertà? di benessere? di futuro vivibile e sostenibile? No, non l'avete sentito: quello è un altro film. E se vogliamo vedere questo altro film, sarà bene che ci attiviamo subito, intanto che siamo in temo.