Sul serio, l'Italia fa ridere

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Giovedì, 6 Marzo, 2014
circo italiano

Cosa succede se una persona lavora e, prima ancora di ricevere il suo compenso, va al ristorante, si siede, mangia e, non avendo riscosso l’emolumento per il suo lavoro, a sua volta non paga il conto perché non ha i soldi? Succede che gli danno del pirla e anche del ladro. La regola è che prima di spendere dei denari bisogna averli, vero?

E cosa succede se un possessore di Partita IVA lavora e non versa l’IVA per le fatture che ha emesso ma che non ha ancora incassato, cioè non versa l’IVA sul lavoro per il quale non ha ancora ricevuto i soldi? Succede che gli danno del ladro, anzi peggio, dell’evasore e scatta il pignoramento e il sequestro dei suoi soldi e dei suoi beni per equivalenza, cioè fino al recupero dell'importo dell'IVA non versata, perché secondo la Giustizia (sì, la chiamano così...) il versamento dell’IVA è svincolato dall’incasso della stessa da parte dell’imprenditore e del lavoratore autonomo, come ribadito dalla Terza Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione con Sentenza n.19099/13.

Ma come, se non si può ‘matematicamente’ spendere i soldi prima di averli, com’è possibile versare l’IVA prima di averla incassata?

In effetti non è possibile, è illogico. E allora i nostri “premurosi e altruisti” azzeccagarbugli statali si sono inventati il “cash accounting” (IVA per cassa) ai sensi dell’articolo 32-bis del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito in legge 134 del 2012. In pratica chi fattura meno di 2 milioni di euro l’anno può optare per l’IVA per cassa e versare l’IVA “solo” quando ha incassato. Sembrerebbe un aiuto, ma c’è un però: il “solo” che abbiamo virgolettato significa che trascorso un anno dall’emissione della fattura, l’IVA va comunque versata anche se la fattura non è stata incassata.

Sì, è una bella presa per i fondelli.

Sorvoliamo sulla questione se l’IVA (alla pari delle altre innumerevoli imposte, tasse, tributi, accise, balzelli, ad libitum) sia giusta o meno e atteniamoci al dato di fatto che l’attuale sistema fiscale la prevede e la richiede. Come già detto, di primo acchito l’IVA per cassa sembrerebbe un aiuto: in effetti versare l’IVA solo dopo averla incassata aiuta a non dover ricorrere allo strozzinaggio delle banche per far fronte allo strozzinaggio dello Stato. Ma pretenderla comunque trascorso un anno che senso ha? Dov’è finito lo spirito “altruistico” e di giustizia dello Stato?

Se, ad esempio, un imprenditore non riesce ad incassare una fattura perché il suo cliente (un altro imprenditore) è finito sul lastrico grazie all’operato dell’Amato dottor sottile con la collaborazione del caro (nel senso che ci è costato tanto) presidente Carlo Azeglio Ciampi (1992, l'inizio della fine), oppure il cliente è stato rovinato dall’operato dei vari governi Prodi, Berlusconi-Tremonti, e poi Monti, Letta (vedremo ora Renzi), tutti succubi del diktat della BCE e dell’Elite finanziaria, come farà il nostro prode ad avere i soldi per versare l’IVA?

Va da sé che se un possessore di Partita IVA emette una fattura che non gli viene pagata, non solo non avrà i soldi dell’IVA, ma non avrà più i soldi che ha speso per produrre quel bene o servizio, non avrà più i soldi che ha usato per pagare gli stipendi ai dipendenti, non avrà i soldi per pagare l’INPS, l’IRPEF, l’IMU e tutte le altre tasse, e non avrà il suo meritato compenso, molto più meritato dell’IVA che vanta lo Stato. Invece si troverà in una situazione di insolvenza “procurata” e lo Stato che fa? Gli affibbia l’etichetta di evasore, lo manda a processo (superato un certo importo il mancato versamento dell’IVA diventa reato penale) e gli porta via soldi e beni per un ammontare equivalente all’importo non versato, facendolo fallire qualora non sia già fallito a causa dei suoi debitori… perché non si sa mai che invece riesca a sopravvivere, meglio quindi intervenire con solerzia e severità.

E così si realizza la missione dello Stato nei confronti dei cittadini… (sic!)

Per fortuna le associazioni dei Commercialisti hanno deciso di scendere in piazza per difendere i diritti dei loro clienti (le Partite IVA). Anche i magistrati, stanchi di dover emettere sentenze inique e liberticide, hanno aderito all’iniziativa, con i magistrati tributari in prima fila. Il tam-tam si è diffuso e arrivano a frotte le adesioni di funzionari e impiegati di Equitalia, disgustati da quello che vedono e dall'ingrato compito di aguzzini che lo Stato gli ha assegnato. E tutti insieme manifestano per avere una società libera dove i diritti siano veramente rispettati e… Scusate, mi dicono che come al solito sto sognando ad occhi aperti e faccio casino. Chiedo venia, non volevo svegliare nessuno.